Fiat Tagliero, l’astronave coloniale di Asmara

Già dall’anno scorso, su impulso di Elsa fondatrice di Smile Project, abbiamo iniziato a presentarvi una serie di piccole storie sulla cultura e le tradizioni dell’Eritrea che possano incuriosire, interessare, ispirare gli amici di Smile Project. Per conoscere meglio questo fantastico Paese al quale vanno i pensieri e le energie del nostro progetto

Qualche mese fa abbiamo parlato del Rito del Caffé e delle celebrazioni del Natale Ortodosso, oggi vogliamo occuparci di architettura e in particolare della Fiat Tagliero, un’icona dell’architettura di Asmara. La città, soprannominata “piccola Roma” grazie alle costruzioni in stile razionalista e déco che, fin dagli anni venti, ne mutarono l’aspetto, assomiglia molto a una qualsiasi città italiana con i bar (Bar Vittoria, Pasticceria Moderna ecc.), il corso e i mercati, ma con la differenza che siamo in Africa e che il tempo sembra essersi fermato. Asmara si trova sull’altopiano eritreo a quasi 2.400 metri di altitudine ed è stata nominata patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2017 per la sua architettura modernista, ereditata dal colonialismo italiano, e che gli eritrei sono riusciti a conservare nonostante trent’anni di guerra, e a farne un simbolo di identità nazionale.

Un esempio perfetto dell’architettura di Asmara è l’area di servizio Fiat Tagliero, costruzione futurista a forma di aeroplano terminata nel 1938 e diventata simbolo della città: un’ottantenne ancora molto affascinante! L’edificio venne progettato dall’architetto Giuseppe Pettazzi, (forse come omaggio al Lingotto di Torino, la moderna fabbrica della Fiat inaugurata nel 1923) e fu inizialmente concepito come semplice distributore di benzina, ma poi si trasformò in uno dei più conosciuti centri Fiat nell’Africa italiana. In quegli anni una stazione di servizio era un simbolo di modernità e di viaggi e la Tagliero, con la sua torre centrale e le due scenografiche ali in calcestruzzo con 15 metri di sbalzo, rappresentava un progetto originale e coraggioso.
Intorno alla sua storia si sono costruite varie leggende, la più famosa racconta che, il giorno prima dell’inaugurazione, gli operai si sarebbero rifiutati di rimuovere i supporti utilizzati durante i lavori per il sostegno delle ali, temendo che sarebbero crollate. Si dice che Pettazzi abbia minacciato il capo cantiere con un revolver per convincerli a eliminare le strutture: le ali non solo non crollarono, ma sono sopravvissute a degrado e guerre civili fino ad oggi. Tra le storie raccontate sembra che anche Giovanni Tagliero, direttore della fabbrica Fiat e vissuto in Eritrea fino al 1974, sia stato protagonista di alcune peripezie nel 1951

L’area di servizio Fiat Tagliero rappresenta ancora oggi uno dei più importanti esempi di architettura futurista, e sembra che le sue forme abbiano influenzato lo stile e il design nei campi più disparati, dall’architettura all’arredamento.

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